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L’anno che sta finendo è  stato intenso e a tratti faticoso, alternato da momenti di ripresa alla vita normale e a momenti difficili come queste ultime settimane di dicembre in cui il virus ha ripreso a diffondersi.

Anche se ci sembra di ripiombare nelle medesime condizioni dello scorso inverno non è così, è stato un anno di alti e bassi.  Basta pensare che i primi di ottobre finalmente hanno riaperto la capienza di   musei luoghi culturali al 100%, le grandi sale e i teatri avevano già riaperto ma per realtà di piccola e media dimensione era insostenibile. Il mio primo pensiero  va agli operatori culturali che con coraggio hanno ripreso a pianificare e proporre  alle persone  che sono tornate a riempire le sale con entusiasmo e gioia.

Alcune settimane fa ha riaperto il Teatro Lirico a Milano, è stato un momento di grande gioia rivedere questo spazio restituito alla città dopo lunghi lavori di restauro . Proprio a luglio eravamo andati a fare un sopralluogo.

Nella complessità dei tempi che stiamo vivendo mi sembra di intravedere  ovunque una forte volontà di vivere e di continuare a lavorare, amare, innamorarsi, ascoltare, generare  . Qualcuno la chiamerebbe forse resilienza, una parola che va tanto di moda,  io la definirei più voglia di vita.

E quindi vorrei proporvi tre parole di luce con cui illuminare l’ultima parte dell’anno e augurarvi un buon 2022.

Le parole che ho scelto per questi auguri sono tre:

FIDUCIA

riaprono i ristoranti: si mangia all’aperto

Questa parola la dedico a chi continua ad affrontare le limitazioni di ogni giorno con cautela ,la dedico a chi  pensa che sia una situazione  transitoria, la dedico a chi continua a pianificare per il futuro pensando alle cose positive che abbiamo sperimentato in queste contingenze . La dedico a chi ha aperto nuove strade per vivere la vita in presenza del virus .La dedico a chi in silenzio e con senso del dovere fa il proprio lavoro in sala operatoria assistendo e curando tutti , la dedico a chi pulisce le nostre strade , la  dedico agli operatori del traporto pubblico, la dedico ai maestre e ai maestri, ai professori e agli educatori, a tutti coloro che  si son inventati nuovi modi di insegnare e fare sport e musica e teatro.. la fiducia della società è ancora forte grazie alla dedizione di chi svolge il proprio lavoro con passione amore e fiducia

Scelgo  poi un ‘altra parola da portare con me nel 2022 :   lo  STARE ASSIEME

estate 2021

Ci manca stare assieme senza limitazioni,  ci manca tanto , abbiamo capito quanto sia fondamentale per noi esseri umani.

La qualità dello stare assieme fa la differenza. Proprio  in questi giorni ho visitato un centro socio ricreativo, un centro anziani dove si era rotto l’impianto di riscaldamento. Mi ha colpito che nonostante la temperature basse i soci del centro volessero proseguire le loro attività ovviamente indispettivi e infreddoliti, ma la voglia di vedersi dal vivo era troppo forte .

Le persone hanno bisogno di di trovarsi, di fare attività , di chiacchierare , di progettare,  è fondamentale stare assieme Personalmente mi continuerò a impegnare per rendere questo possibile  sul territorio, nei quartieri, nelle scuole e nei parchi della città.

Cortile in via ricciarelli

L’ultima parola parola  che vorrei condividere è  ASCOLTO

Diamoci il tempo dell’ascolto, diamoci il tempo della riflessione.

Siamo bombardati tutti giorni da priorità e temi d’emergenza , sembra tutto  imprescindibile, è difficile orientarsi e dare il giusto spazio e tempo a ciascuno .  Un’ agenda politica basata sull’urgenza è miope e senza prospettive, occorre prendere il tempo per ascoltare e capire effettivamente soluzioni ed elaborare risposte concrete .

Diamoci il tempo di ascoltare e capire e poi decidere.

 

 

 

Vorrei ora  augurarvi un sereno Natale con  il presepe  afgano realizzato in via Brambila alla Casa della Carità. Il titolo scelto per il Presepe è “Oltre il burqa, lo stupore germoglia”. È attraverso lo spioncino di un burqa che vediamo la Natività, circondata da fiori gialli e viola e sormontata da un aquilone.Il burqa azzurro, che tende alla preziosità del lapislazzulo, e le donne che camminano celate, “ingabbiate”, da questo indumento sono forse una delle prime immagini che vengono in mente quando si pensa all’Afghanistan. Ma il burqala gabbia che cela, è uno stereotipo da varcare, da oltrepassare per scoprire che oltre a ciò che si prova a nascondere, c’è un mondo vitale, prezioso.

L’augurio per questo Natale è quindi quello di saper andare “oltre il burqa” e di stupirci per quei fiori che inaspettatamente sono già spuntati. Come quel Dio bambino che nessuno si aspetta.

 

Se durante le pausa natalizie volete vivere la  nostra città  e riprendere a frequentare musei e mostre vi ricordo il sito dove potete trovare tutte le informazioni sugli appuntanti da non perdere :   https://www.yesmilano.it/en

Ho già  selezionato per voi tre appuntamenti culturali :