La vicenda della bimba morta forse a causa di una sfida nata su tik tok, il social dei giovanissimi ha colpito profondamente tutti .
La definizione di nativi digitali però è una definizione errata, definendoli in questo modo carichiamo i nostri figli di una conoscenza che non hanno. Nessuno nasce digitale ma in realtà studi recenti di esperti ci confermano che i piccoli di homo sapiens hanno bisogno di essere guidati nell’uso delle nuove tecnologie.
Indubbiamente hanno più dimestichezza di noi con questi strumenti, ma un conto è sapere prendere in mano un pennello e usare i colori, un conto è sapere dipingere una casa o un palazzo o l’ultima cena..
Internet è cosi ..una tavolozza con tanti colori , pennelli, latte, impalcature insomma una cosa bellissima ma complessa.
Non per niente i social hanno un’età minima per registrarsi.
Da alcuni anni organizzo e partecipo a incontri sull’educazione digitale e condividiamo con i genitori che i social non vanno demonizzati , ma vanno capiti, vanno seguiti , è consigliabile partecipare alle scoperte digital dei propri figli dotandoli di senso critico, partecipando da osservatori, condividendo passo dopo passo le scoperte , magari vedendo dei video assieme. Iscrivere il proprio figlio sul social di moda soltanto per evitare che si senta isolato o perché ci sono tutti i suoi amici dicendo una bugia sull’età è sbagliato.
Internet è il mondo e come tale ci vuole una cassetta degli attrezzi per affrontarlo e decifrarlo che va aldilà della capacità tecnica di scaricare le app e sormontare i vincoli ed i divieti. lnternet si presenta sotto forma di musiche e video divertenti ma non è solo questo, dietro c’è il mondo..e 10 anni sono davvero troppo pochi per affrontare il mondo da soli..